Sono passati due anni esatti da quel giorno: era il 25 aprile 2018, e sui muri di un piccolo quartiere di Milano – con l’anima quasi di un paese – arte e senso civico siglarono definitivamente un patto. Siamo in via Rosso San Secondo, in prossimità di uno dei “valichi” di ingresso dell’Ortica. Quel giorno parteciparono in tanti: le istituzioni, il parroco del quartiere e i suoi abitanti, bambini, ragazzi e famiglie, e naturalmente il Collettivo Ortica Noodles. A sorvegliare il tutto, dall’alto dell’arco del ponte di via San Faustino, una grande scritta che accoglie chi entra – o saluta chi esce – dal Quartier de l’Ortiga: “teniamo il tempo, al suon di una resistenza mai tradita, liberi dentro l’abbraccio dell’Ortica”.

Era il giorno della Liberazione, e bisognava prendersi cura di un’opera ferita. Uno dei ritratti scelti per celebrare la Legalità, quello dedicato al Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, era stato vandalizzato pochi giorni prima a secchiate di vernice rossa, a testimonianza del fatto che l’idiozia non ha colori. La risposta fu tanto immediata quanto pacifica e costruttiva: prendersi cura dell’opera – in quanto bene comune – attraverso una cosa meravigliosa chiamata partecipazione. A disposizione di tutti pennelli e colori.

Ancora oggi chi si sofferma davanti al murale della legalità può scorgere qualche traccia delle sue ferite – scelta voluta per preservare la memoria di quell’episodio.

Iniziamo così la nostra passeggiata virtuale fra le strade dell’Ortica.

Due parole sul quartiere – anche se ci vorrebbero pagine e pagine. Annesso al municipio di Milano nel 1923, il quartiere dell’Ortica ha una fortissima identità preservata negli anni dalla sua particolare connotazione urbanistica: il suo cuore è all’interno di un triangolo fatto di cavalcavia e snodi ferroviari. Un tempo zona di mulini e orti coltivati –proprio qui vennero esiliati i cittadini di Milano cacciati dal Barbarossa nel XII secolo – divenne più tardi un’importante zona industriale con la nascita dell’Innocenti, pur mantenendo nei suoi confini una forte impronta agricola. Lo snodo ferroviario e la sua stazione, ora trasformata in un luogo di aggregazione – chi non conosce la Balera dell’Ortica? – ebbero un ruolo fondamentale negli anni della Resistenza.

Dal 2017 la parola Ortica è uscita dai suoi confini trasformando le sue strade in un museo a cielo aperto, unico al mondo, con un programma di venti murales e un nome nobile: ORME – ORTICA MEMORIA.

Alla regia il collettivo Ortica Noodles capitanato da Walter Contipelli, artista dotato di inesauribile di creatività.

La location: l’intero quartiere, i muri delle case, la massicciata della ferrovia, il cavalcavia, i muri perimetrali del piccolo fazzoletto di orti sopravvissuto agli anni, le scuole, i sottopassaggi e i centri sportivi.

L’obbiettivo: raccontare la storia non solo del quartiere, ma di un’intera città, attraverso le donne e gli uomini che contribuirono alla costruzione della sua memoria.

Parola d’ordine: collettività. Ogni murales è stato pensato e realizzato con il coinvolgimento della cittadinanza, traducendosi in una grande operazione di arte partecipata. Ad impugnare i pennelli, scegliere i temi, individuare le frasi di ciascuno dei murale sono gli abitanti stessi dell’Ortica, co-esacutori di parte delle opere realizzate.

Il segreto? L’utilizzo della tecnica dello spolvero – recupero di una tradizione antica – una sorta di riproduzione in chiave urbana e contemporanea di un’antica bottega del Rinascimento, con un capo bottega – Walter – a coordinare il lavoro di più mani.

Ed è proprio la tecnica la vera “firma” dei murales di OrticaNoodles. Impossibile non riconoscerne lo stile sui muri della nostra città – è da Guinness World Record l’opera realizzata nel 2019 lungo le scale della torre Allianz-Isozaki – e in altri luoghi nel mondo .

Iniziamo il nostro tour virtuale dal cavalcavia Buccari dove nel 2015 le parole della Costituzione sono state scritte a grandi lettere lungo tutto il perimetro di cemento – nodo di collegamento fra la città e la campagna costruito negli anni ’30 – per un totale di 700 mq realizzati in due giorni.  Proseguiamo poi verso il quartiere: Via San Faustino, una delle due strade principali, con il ricordo della Cooperativa dei Lavoratori, fulcro della memoria storica e politica dell’Ortica, sull’intera parete dell’edificio del Circolino – dalle cui finestre si affaccia spesso un’orgogliosa signora. Pochi metri più in là, sulla massicciata della ferrovia, gli omaggi alla Legalità, alla Musica Popolare milanese – dove Vanoni, Gaber, Svampa, Jannacci e Fo la fanno da padroni – e all’Immigrazione. In via Ortica poi la grande dedica agli orti – parola che secondo alcuni all’origine del nome del quartiere – senz’altro il nostro preferito, con il rosso dei papaveri a ricordare quelli memorabili cantati da De André nella Guerra di Piero. E poi le fabbriche, il Vescovo e il Partigiano, gli Alpini – con un omaggio alla loro indimenticabile “invasione” della città nel maggio del 2019.

Bisogna superare un altro varco e camminare qualche minuto percorrendo via Bistolfi per raggiungere il murale dedicato alle Donne del ‘900. Vale la pena approfondire la sua storia: realizzato sulle pareti esterne dell’Istituto Tecnico per il turismo Pasolini, ha visto la coinvolgimento attivo degli studenti della scuola nell’individuazione delle donne protagoniste del murales e nella realizzandone dei grandi volti. Sempre “in periferia” rispetto al quartiere, questa volta scendendo dal cavalcavia in direzione cascine, all’imbocco della via Cavriana – che ha mantenuto una forte connotazione agricola sopravvissuta ai secoli – una grande opera celebra i protagonisti dello Sport lungo i muri del piccolo stadio Scarioni, nato nel 1926.

Passeggiare all’Ortica è così: concedersi la libertà di uno sguardo curioso per conoscere la storia di chi ha lasciato una traccia preziosa nella nostra Milano.

Siamo bravi, restiamo a casa, ma anche da qui ogni tanto vi regaleremo la possibilità di viaggiare con la fantasia tra le strade della città, in attesa di indossare scarpe comode  riprendere a macinare chilometri con i nostri tour.

A presto allora, con la prossima passeggiata virtuale!

Se avete suggerimenti o volete leggere la storia di qualche luogo in particolare, scrivete a info@succodarte.com